SETTE INDICAZIONI PER LA RIAPERTURA DELLE SEDI SINDACALI

Ippolito Ferrari
Considerata la possibile riapertura delle sedi sindacali dopo il 4 maggio, per la Fase 2 dell’emergenza CoronaVirus, abbiamo letto il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” del 24 aprile 2020, e, inoltre, sentito un parere legale sulle indicazioni che seguono. A premessa, riportiamo quanto ci ha inviato un pneumatologo COVID, che abbiamo consultato, e che ci ha detto: “Chiaramente la vostra attività rientra
nelle fasce di rischio 0 o al massimo 1”.
“Il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente per droplets, emesse con tosse e starnuti oppure per contatto diretto e indiretto di secrezioni nasali o orali. Secondo i dati attualmente disponibili, le persone sintomatiche sono la causa più frequente di diffusione del virus. La trasmissione per droplets determina che le goccioline tendono a cadere a terra entro una distanza di circa 1 mt. Per gli operatori che sono a contatto con il pubblico si ritiene fondamentale adottare le comuni misure preventive: lavarsi frequentemente le mani; porre attenzione all’igiene delle superfici; evitare contatti ravvicinati
mantenendo una distanza di almeno 1 mt; avere una maschera di tipo chirurgico.
Fascia di rischio Livello 0: rischio trascurabile. La tipologia di attività non presenta rischio di esposizione o a contatto stretto con persona sintomatica non protetta o l’attività consente il mantenimento della distanza individuata come sicura ai fini della prevenzione del rischio. Misure di prevenzione e protezione previste per il livello di rischio 0. Nessuna misura aggiuntiva alle Indicazioni generali previste per la popolazione.
Fascia di rischio Livello 1 – rischio basso. La tipologia di attività non presenta situazioni di rischio o contatto stretto sistematico con persona sintomatica e/o consente il mantenimento della distanza di sicurezza salvo
occasioni di breve durata (inferiori a 15 minuti). Misure di prevenzione e protezione previste per il livello di rischio 1 E’ possibile far fronte all’evento occasionale facendo indossare la mascherina chirurgica, anche nel caso in cui il mantenimento della distanza di sicurezza sia in un contesto di flusso di utenza.”
Ecco, di seguito, un promemoria con sette parametri da considerare per la riapertura delle sedi al pubblico:
- ACCESSIBILITÀ: fattori assai importanti sono la limitazione degli accessi (porta chiusa), la possibile presenza di una uscita diversa dall’ingresso e di una sala di attesa sufficientemente ampia.
- AFFOLLAMENTO: disciplinare gli accessi per appuntamento, con una cadenza di almeno 30-45 min. fra l’uno e l’altro, chi arriva in anticipo verrà fatto attendere fuori.
- IGIENIZZAZIONE: all’ingresso deve essere presente un dispositivo di erogazione per la pulizia delle mani; è necessario un bagno per il lavaggio frequente delle mani, con carta usa e getta.
- SANIFICAZIONE: vista la stagione è sufficiente tenere la finestra aperta, in presenza delle normali pulizie della sede, che saranno effettuate con detersivi appositi.
- PROTEZIONE CON DPI: ognuno dei presenti deve indossare una mascherina chirurgica monouso: chi vi accede dovrà esserne dotato. I guanti non sono necessari, se non a uso personale dell’operatore.
- DISTANZIAMENTO: tutte le strutture, i mobili e i terminal video, devono rispettare la distanza di almeno 1,5 metri, fra il consulente e l’assistito, da valutare un separatore in plexiglas, utile principalmente in caso di consulenza da bancone (al momento sono esauriti sul mercato).
- AUTODIAGNOSI: il punto è lasciato per ultimo, ma assai importante, non è necessario dotarsi di misuratore telemetrico della febbre, ma occorre richiamare al senso di responsabilità, perché nessuno si presenti al lavoro o in sede in condizioni sintomatiche o per rischi sospetti.