RIAPERTURA SCUOLE: UN OUTLOOK INTERESSANTE

RIAPERTURA SCUOLE: UN OUTLOOK INTERESSANTE

di Stefano Battilana

Oggi parliamo della Relazione del Comitato tecnico scientifico (CTS, presso la Protezione Civile), il cosiddetto Stralcio n. 82, dal titolo “MODALITÀ DI RIPRESA DELLE ATTIVITÀ DIDATTICHE DEL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO”, approvato con i dati scientifici noti al 25 maggio e che recepisce le indicazioni dell’Unesco: in effetti, si calcola che in tutto il mondo circa un miliardo e mezzo di studenti abbia subito l’interruzione delle attività scolastiche, al punto che l’Unesco  ha definito  l’attuale come “la più grave emergenza educativa”. Il settore scolastico è stato classificato come uno dei settori con rischio di aggregazione più alto, anche se con un livello di rischio integrato medio-basso: tradotto, è difficile che gli studenti prendano il Covid a scuola, ma è assai facile che ce lo portino, gli studenti difficilmente prendono questa patologie, ma sono forti diffusori asintomatici o paucisintomatici. Tre sono le indicazioni Unesco, recepite dal CTS: 1. Le disponibilità del sistema: cioè le risorse adeguate (??); 2. La continuità dell’apprendimento, nel modo “tradizionale” (la DAD va in soffitta); 3. La resilienza del sistema: essere preparati per emergenze future e per il riacutizzarsi della pandemia (ripresa eventuale della DAD).

DATI STATISTICI. Le istituzioni scolastiche italiane sono 8233, sono invece 40789 le sedi scolastiche, 5 volte tanto, il numero degli studenti è di 7 milioni e mezzo, a fronte di 835.489 docenti. Quello che più ci interessa è la composizione per età della classe docente: nella fascia di età oltre 54 anni (fattore di Fragilità Inail) sono mediamente poco meno della metà, alle superiori sono il 47,5%, alle medie il 40,8 %, alla primaria il 35,2 % e all’Infanzia 38 % Poi ci sono ben 58.842 edifici scolastici, di cui ben il 23% era stato costruito per scopi diversi dalla attività scolastica: sul totale degli edifici, solo il 35, 7 % è “recente” (si fa per dire, perché si considerano tali quelli costruiti dal 1976 in poi), la maggioranza è stata costruita dopo il 1946 e addirittura il 6 % è antecedente al 1920.

REGOLE EUROPEE ED ITALIANE. Infine viene presentato uno studio Comparato, che già è stato presentato su questa testata, su come faranno gli altri paesi europei vicini a noi: sostanzialmente le regole europee di distanziamento sono analoghe (da 1 metro per la maggior parte, ai 2 metri della Spagna, mascherina per il personale ma in genere niente per gli studenti; non sono ritenuti necessari altri DPI, ad esempio i guanti e non è prevista la misurazione della temperatura in ingresso. Cosa fare in Italia?  Il tutto si può riassumere nelle 5 regole per rientrare a scuola in sicurezza, che potremmo così definire:

  1. Il primo parametro è l’autodiagnosi responsabile: non venire a scuola se si ha più di 37, 5 di temperatura, con l’aiuto responsabile delle famiglie.
  2. Protezione responsabile: indossare una mascherina di comunità che copra naso e bocca (al personale sarà fornita dalla amministrazione).
  3. Fondamentale sarà il rispetto delle regole, seguendo le indicazioni del personale scolastico, la segnaletica predisposta e le modalità di ingresso e di uscita.
  4. Sempre mantenere la distanza minima di un metro, quindi un distanziamento responsabile ed evitare gli assembramenti e il contatto fisico (per i nostri adolescenti??).
  5. Da ultimo, lavarsi frequentemente le mani ed evitare di toccarsi il viso: igiene personale responsabile.

LA SCUOLA SOLO PER LA DIDATTICA. In conclusione, occorre una citazione testuale dal Rapporto: “Dovrà essere limitato l’utilizzo dei locali scolastici esclusivamente alla realizzazione di attività didattiche.” Quindi, a leggere in prospettiva, niente attività collegiali in presenza, né assemblee sindacali, né corsi di aggiornamento (fra cui 1 ora obbligatoria per la prevenzione Covid). Settembre, è tempo di cambiare…

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