Oggi sciopero della scuola, le ragioni della protesta

Le Organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero per l’intera giornata
Flcgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno indetto per oggi uno sciopero di tutto il personale della scuola, compresi i dirigenti, dopo che il tentativo di conciliazione delle scorse settimane con il Ministero e con il Governo era fallito. Veniva riposta qualche speranza che lo sciopero venisse ritirato nell’incontro con il premier Giuseppe Conte del 4 giugno, ma non è stato così. Le richieste dei sindacati sono molteplici e tutte non hanno trovato riscontro né nel d.l. scuola, né nel decreto rilancio.
I sindacati chiedono classi meno affollate e impegni precisi per aumentare gli organici del personale docente e Ata. La richiesta è anche di avere più risorse e riportare la scuola al centro dell’agenda politica, con strutture scolastiche adeguate e funzionali. Si chiedono certezze per settembre.
La GILDA con il suo coordinatore nazionale Rino di Meglio dichiara che “Ad ascoltare le parole dei suoi esponenti, sembra che il Governo non si renda conto dei problemi concreti che comporta l’organizzazione e la gestione del ritorno in classe di milioni di alunni e docenti. Non è un caso, infatti, che anche Regioni e Comuni abbiano posto l’accento sulle tante criticità legate alla riapertura delle scuole e abbiano lanciato l’allarme su risorse e organici. Si tratta di preoccupazioni gravi che condividiamo in pieno e che esigono risposte urgenti in termini di investimenti dedicati all’incremento del personale e all’edilizia. Ma i poco più di 300 milioni di euro destinati alla scuola dal Decreto Rilancio saranno a stento sufficienti per l’acquisto delle mascherine. E gli altri fondi sbandierati dalla ministra Azzolina non sono attualmente disponibili per essere utilizzati adesso”.
Francesco Sinopoli, segretario nazionale della FLCGIL, sottolinea che in questo momento “si tratta di governare ora la transizione dal periodo di emergenza a quello del rientro nelle aule scolastiche e universitarie in condizioni di assoluta sicurezza e di serenità per lavoratrici, lavoratori, studentesse e studenti. Con quali risorse, quali strumentazioni materiali, quali strategie di breve, medio e lungo periodo?”
Maddalena Gissi, segretario della CISL Scuola ribadisce che “E’ assolutamente necessario definire subito le linee guida nazionali come abbiamo fatto nelle scorse settimane con i protocolli sulla sicurezza , puntuali e dettagliati, per tutti i luoghi di lavoro. I tempi sono strettissimi. Dobbiamo sapere come garantire le necessarie distanze nelle aule scolastiche, tenendo conto della densità scolastica che non e’ uguale nelle varie province italiane, e soprattutto dobbiamo colmare le carenze enormi di organico che riguardano sia i docenti sia il personale ausiliario... Il Governo deve sciogliere subito il nodo delle risorse per garantire a settembre la ripresa delle attività in presenza in tutte le scuole italiane ”.
Elvira Serafini, segretario dello SNALS, sottolinea che anche nell’incontro avuto con il premier Conte il giorno 4 giugno “Si sono registrate solo dichiarazioni di principio sulla necessità di un ritorno alla normalità e sul valore insostituibile della didattica inpresenza…Il mondo della scuola ha bisogno come mai di decisioni concrete e scelte coraggiose che, in questo momento storico, diano soluzioni concrete ai problemi della sicurezza di alunni e personale, alle esigenze di stabilità del personale docente ed ata, al bisogno ineludibile di potenziamento del sistema di istruzione attraverso investimenti cospicui sia nell’edilizia scolastica che nelle infrastrutture e tecnologie.“
Barbagallo segretario confederale della UIL ha aggiunto che: “L’obiettivo è quello della ripresa dell’attività didattica in presenza, quanto più possibile diffusa e generalizzata. Ma perché ciò avvenga secondo i necessari criteri di sicurezza, servono risorse e più personale…Peraltro – ha proseguito il leader della Uil – noi chiediamo che le scuole siano ristrutturate, per assicurare l’incolumità di chi le frequenta e di chi ci lavora e, inoltre, che si investa in tecnologie e digitalizzazione, così da strutturare una didattica più moderna ed efficiente.
Tutti i sindacati poi hanno lamentato il mancato accordo sul precariato con decine di migliaia di docenti precari che non saranno stabilizzati. Criticati i continui cambi di rotta sul concorso straordinario e la strumentalizzazione che è stata fatta sul “merito”.