Nessuna tutela per i precari della scuola

Nessuna tutela per i precari della scuola
Anna Brattoli, docente precaria, ci racconta l’emergenza precari della scuola ai tempi del Covid 19

Gentile Redazione,

In questo periodo decine di categorie di lavoratori sono sottoposti a stress psicologico per cercare di capire come adattarsi o riadattarsi alla convivenza col  Coronavirus.

Oltre ai commercianti e agli esercenti di varia natura che reclamano a gran voce i loro diritti, ci siamo anche noi, i “commercianti di cultura” a tempo determinato, i docenti precari.

Sono una docente di italiano, latino e storia che dal 2 dicembre 2019 ha ricevuto un incarico di supplenza breve su malattia del titolare di cattedra, presso un Istituto Tecnico della BAT.

A seguito del DL del 4 marzo 2020, tutte le scuole d’Italia sono state chiuse a partire dall’indomani del 5 Marzo 2020, avviando così in tempi celeri la DaD, la didattica a distanza.

Centinaia, se non migliaia di noi docenti, avevano un contratto in scadenza proprio a marzo, nel mio caso, fino il 14 Marzo 2020.

Grazie al DL 18, denominato “Cura Italia” del 17 Marzo 2020 e successiva nota del dott. Bruschi n° 392, è stato stabilito che “i contratti di supplenza breve sarebbero stati prorogati per tutta la durata dell‘emergenza sanitaria, nonostante il rientro del titolare”.

Per un breve periodo,  tra alti e bassi e discussioni con i vari dirigenti, siamo riusciti ad ottenere la proroga fino al 3 Aprile 2020, collaborando e dividendo il lavoro con il docente titolare. Successivamente a questa data, il Ministero dell’Istruzione ha latitato, non fornendo ulteriori ragguagli né alle dirigenze, né alle segreterie, né ai sindacati, lasciandoci in attesa di definizione del nostro futuro. Chiaramente ognuno di noi docenti, con forte senso di responsabilità, ha proseguito la didattica a distanza, facendo lezione ad oltranza, fino ad un presunto ‘censimento’ dei contratti di supplenza breve, il quale sarebbe avvenuto in data 15 Aprile, secondo quanto detto dal dott. Greco.  Questo sarebbe stato utile a verificare se ci fossero coperture, cosa che d’altro canto, avrebbero dovuto verificare precedentemente alla stesura dell’art. 121 del 17 marzo 2020.

In data 22 aprile 2020, arriva lo stop firmato dal dott. Jacopo Greco, il quale definisce “in linea con gli anni precedenti le stipule dei contratti” e di conferire ulteriori incarichi solo in assenza del titolare.

Oltre al danno, vi è stata la beffa che ricapitoliamo:

– del decreto legge cura italia 18 del 17 marzo 2020, l’art. 121 salvaguarda tutti i contratti di supplenza breve, come ribadito dalla dott.ssa ministro Azzolina in data 26 marzo 2020 nella seduta del senato, tale che nessun docente precario o ata, perdesse il posto di lavoro, durante tutta l’emergenza sanitaria

– la nota 392 esplica e fortifica ulteriormente quanto espresso dal ministro e dal DL 18 del 17 marzo 2020

– il 5 Aprile 202 il dott. Greco parla di un’analisi dei costi da svolgere il 15 aprile

– i docenti, con contratto fino al 3 aprile, proseguono la didattica a distanza per tutelare gli studenti e a discapito di sé stessi, in attesa di riscontro ufficiale

– dal 3 al 22 aprile, data dell’uscita della nuova nota del dott. Greco, nessuno riceve il rinnovo del contratto e si è continuato a lavorare senza alcun riconoscimento giuridico

-l’8 maggio 2020, il MEF dichiara di aver bloccato tutti i pagamenti degli stipendi per docenti e ata con contratto stipulato durante l’emergenza sanitaria.

Ad oggi, il 95% di noi è  a casa senza lavoro, cosa che negli anni precedenti, non sarebbe accaduta dati i punteggi consoni a ricevere ulteriori incarichi a fine anno e per di più, anche senza stipendio, perché bloccati dal MEF. Per non parlare dei centinaia di docenti titolari, rientrati miracolosamente da malattie in maniera del tutto inaspettata, miracolati dal Covid 19, che mai ci saremmo aspettati di rivedere tra i corridoi della scuola se ci fosse stata la classica didattica in presenza.

Ci chiediamo perché oltre ad esserci tanto accanimento nei confronti di chi da anni, regge la scuola, non veniamo assolutamente tutelati bensì, sbeffeggiati da note che si annullano e decreti che non vengono applicati, senza contare gli stipendi bloccati e non erogati.

Qual è l’attenzione che la politica attuale sta rivolgendo a migliaia di noi?

Si parla unicamente di concorsi e non di chi, OGGI, con lo stipendio bloccato e senza lavoro, non ha alcuna possibilità, prima di settembre 2020, di riavere un incarico.

Vediamo soldi distribuiti tra buoni vacanza e acquisti di bicilette elettriche e monopattini, ma non per noi docenti precari.

È alquanto ridicolo che la continuità didattica e la cultura valgano meno di una e-bike.

Prof.ssa Anna Brattoli

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