Maturità: anche il medico di base può certificare i Lavoratori Fragili

Il protocollo di sicurezza per gli esami di maturità prevede che i docenti “lavoratori fragili” membri della commissione possano utilizzare la modalità a distanza (videoconferenza o altra modalità sincrona). Sarà cura del dirigente scolastico, sulla base della documentazione prodotta individuare i lavoratori fragili e comunicare l’elenco ai presidenti di commissione.
Tanti dubbi nascono su quale sia la certificazione medica che comprovi lo status di “lavoratore fragile”, chi debba rilasciarla e se ci possono essere conseguenze future. C’è chi teme anche l’inidoneità all’impiego.
Appare opportuno chiarire che per accertare l’inidoneità all’impiego si deve essere sottoposti ad una visita medico collegiale richiesta o dal docente o dalla scuola. La commissione valutata la documentazione medica prodotta può decidere l’inidoneità alla mansione. Non basta quindi un semplice certificato prodotto in occasione degli esami di maturità. Questo dovrebbe rassicurare sul fatto che lo status di “lavoratore fragile” non comporta assolutamente alcun rischio di inidoneità.
CHI DEVE RILASCIARE IL CERTIFICATO?
Dobbiamo richiamare la circolare del 27 marzo 2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri che fornisce importanti chiarimenti. Quando si parla di “competenti organi medico legali” l’ufficio fa notare che sono abilitati a rilasciare la certificazione sia i medici preposti ai servizi di medicina generale (medici di base) che quelli convenzionati con il S.S.N.
“Le certificazioni di questi medici sono a tutti gli effetti da considerarsi il prodotto dell’esercizio di funzioni pubbliche dunque provenienti da organismi pubblici” .
Si chiarisce inoltre che lo scopo della norma è quello di tutelare le condizioni di fragilità. Un’interpretazione restrittiva dei soggetti preposti al rilascio della certificazione medica complicherebbe le modalità e le tempistiche sottoponendo a rischio i soggetti fragili.