LE SCUOLE SERALI SALVATE COI FONDI COVID, FINCHÈ DURANO…

Già in sede di definizione degli organici nazionali, le scuole serali erano state penalizzate, in favore della priorità da dare alla totale riapertura in presenza delle scuole diurne: la cosa apparve da subito come un errore di valutazione. Finalmente, ora, è stato possibile attivare i corsi serali, rimasti bloccati per la mancata assegnazione dell’organico ordinario, grazie al dirottamento dei Fondi Covid, peraltro erogati con molto ritardo, per cui alcune scuole hanno dovuto anticipare i fondi necessari per assumere supplenti a tempo determinato. A prima vista si può considerare il problema risolto, per il momento, ma l’averlo considerato di secondaria importanza, in sede di Organico di Diritto, visto quanto invece si è fatto per il riavvio dell’attività scolastica mattutina in presenza, è una visione parziale, che ha senz’altro portato ad una sottovalutazione del problema dei serali, che tocca invece aspetti di giustizia sociale. I corsi serali per il raggiungimento del diploma sono una risorsa inestimabile per combattere la dispersione scolastica, che si attesta in Italia su valori inaccettabili. Dati di Eurostat ci dicono che nel 2018 il 14,5% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato precocemente la scuola, fermandosi alla licenza media. È un dato preoccupante, considerata la media europea del 10,6%. I corsi serali permettono di combattere efficacemente questo fenomeno, reinserendo nel sistema scolastico quanti si sono “dispersi”, permettendo di favorire l’inclusione degli studenti stranieri, spesso in possesso di titoli di studio non validi in Italia, riavvicinando quanti si sono allontanati dei percorsi di studio per cause non definite, i cosiddetti “ritirati sociali”, e riaccettando quanti sono stati respinti dal sistema scolastico “tradizionale” o quanti, per necessità economiche, hanno abbandonato precocemente gli studi per la ricerca di un lavoro. I corsi, peraltro, favoriscono il raggiungimento del diploma scolastico, permettendo quindi agli studenti lavoratori di ricostruire la loro posizione lavorativa in un’ottica di miglioramento stipendiale o di nuova occupazione. I corsi contrastano l’onda lunga dell’ignoranza collettiva e sono perciò alla base del tanto auspicato Long Life Learning, che tuttavia sembra sia di interesse solo quando citato negli articoli specialistici. C’è da domandarsi come sarà possibile dire a quanti cercano una seconda possibilità di riqualificazione culturale e scolastica di attendere una stabilizzazione definitiva dei corsi, perché adesso per loro c’è solo un posto temporaneo, grazie ai fondi Covid, stanziati fino al 31 dicembre.