La macchina del Ministero dell’Istruzione è nel pallone

E’ un fatto accertato che le graduatorie GPS sono infarcite di errori. E’ un fatto accertato che la procedura
concorsuale con le prove a crocette ha fatto acqua da tutte le parti con risposte sbagliate e con la necessità di rimettere mano alle graduatorie finali. Si tratta della tragica normalità della macchina ministeriale che anno dopo anno dimostra la sua inadeguatezza causata da scelte politiche che hanno smantellato la sua organizzazione originaria all’inseguimento del mito dell’ “autonomia scolastica”.
Il progetto dell’autonomia scolastica e della decostruzione del Ministero hanno origini lontane. I suoi
fautori sono stati principalmente Bassanini e Berlinguer. Il modello prevedeva il rafforzamento delle
istituzioni scolastiche autonome cui venivano delegati compiti prima in capo al Ministero centrale. In
concreto al Ministero dovevano rimanere le competenze sulle linee guida generali dell’istruzione e sulle
procedure concorsuali e di reclutamento, la mobilità, l’organizzazione dell’organico e gli atti di delega
all’ARAN in merito ai contratti collettivi di lavoro . Alle scuole e alle segreterie venivano scaricate
responsabilità e competenze procedurali complesse che erano prima gestite professionalmente dagli uffici decentrati territoriali (ex Provveditorati agli Studi). Si pensi, tra le tante, alla ricostruzione di carriera, alle procedure per le pensioni, il controllo sulle dichiarazioni dei richiedenti l’inserimento nelle GPS, ecc. Il tutto senza alcun aumento degli organici del personale amministrativo favorendo una precarizzazione delle mansioni cui ha corrisposto una inefficienza che non può essere attribuita al personale delle segreterie, spesso precario, mal pagato e non adeguatamente formato.
Nella logica del decentramento legato all’autonomia scolastica si sono quindi indeboliti gli uffici territoriali, ex provveditorati agli studi, attribuendo agli Uffici Scolastici Regionali compiti di applicazione delle linee guida e dei provvedimenti del Ministero. Il tutto senza alcun aumento di organico degli uffici.
Per favorire tale processo i vari Ministri hanno puntato su una organizzazione “leggera” implementata
sempre di più da una informatizzazione utilizzata surrettiziamente per snellire le pratiche, ma che ha
affidato sempre di più l’applicazione delle confuse normative ministeriali e parlamentari ai creatori di
algoritmi affidati a piattaforme spesso inadeguate. E’ un fatto che la compilazione on line di domande e
richieste non ha certo favorito gli interessati. Basta sbagliare una spunta su una casella per avere
conseguenze disastrose senza contare che troppo spesso il “sistema” richiede la compilazione di dati
personali già noti all’amministrazione e non dovrebbero per legge essere nuovamente richiesti ad
esclusione di alcune limitate modifiche dello status familiare e di fruizione della legge 104. Tutti poi si sono scontrati tristemente con i frequenti crash del sistema informatico del ministero. E’ una strada da
percorrere ma solo con investimenti adeguati nell’informatizzazione e nella semplificazione delle
procedure. Non è una strada da imporre senza dare ai destinatari la possibilità concreta di rettifiche,
modifiche legittime, rimostranze. Paradossalmente in tanti casi la compilazione cartacea di alcuni moduli
era più efficace.
Ovviamente, se non si può tornare indietro nei processi di innovazione informatica, è possibile riconoscere che lo smantellamento degli ex Provveditorati agli Studi ha solo provocato danni. Non sarebbe una bestemmia chiedere che agli Uffici Territoriali e agli UU.SS.RR. siano date risorse di organico e competenze per liberare le segreterie della scuole da compiti che non sanno e possono gestire responsabilmente. Non significa necessariamente tornare alla megamacchina ministeriale centralizzata, ma avrebbe il pregio di poter intervenire con buone pratiche nelle procedure evitando disparità di trattamenti e diversità di interpretazione delle norme.