LA DAD VA IN SOFFITTA

di Ugo Franchini
Negli scorsi mesi siamo stati testimoni di una serie di reiterate richieste e di tante risposte ormai scontate: la DAD non è obbligatoria, è informale, è provvisoria, non è solamente videolezioni, non comporta una formale e definitiva valutazione, si fa con gli strumenti che si hanno, fa chi può, chi non ha a disposizione strumenti o device può richiederli alle scuole in comodato d’uso, ecc. Lo ripetiamo, la DAD è stato l’unico modo per far fronte a un’emergenza educativa ed era, in questi frangenti, l’unica soluzione praticabile.
Mai, tuttavia, abbiamo pensato di sostituirla alla scuola in presenza e siamo piuttosto preoccupati della manifestata intenzione di alternarla a settembre con lezioni metà in presenza e metà a distanza: tutti ne avremmo fatto a meno della DAD, se si fosse potuto; e quando si potrà, non sarà la DAD l’alternativa alla scuola in presenza. In effetti, anche se ci ha permesso di continuare a tenere viva un’idea di scuola, un contatto con le famiglie e con gli studenti. Ormai di DAD non se ne può più, anche se ci può essere un qualche trascinamento positivo. Gli organi collegiali a distanza non sono affatto male, soprattutto per i pendolari, i fuori sede, per evitare le code e i pranzi fuori casa, pensate a quale positiva ricaduta sulla diminuzione del traffico e dell’inquinamento sarebbe la possibilità di seguire da casa, ad esempio, i corsi obbligatori sulla sicurezza. D’altro canto, potrebbero capitare altre emergenze, spesso ricorrenti, quali la chiusura per neve o per i seggi, in cui ripristinare la DAD temporaneamente, ma solo se sarà normata e riconosciuta come lavoro aggiuntivo e flessibile.
Perché comunque non capiti più questa emergenza gestita così in ordine sparso, bisogna aver chiari alcuni punti:
– quando si dice che la DAD non è obbligatoria si intende anche dire che non è contrattualizzata, nel contesto di un CCNL scaduto dal 2018, per il cui rinnovo andranno previste anche queste forme di flessibilità didattica.
– che comunque la DAD come metodo di educazione esclusivo sia stata un’esperienza che va verso la conclusione, lo si evince anche dallo scarso spazio che le viene dato nella valutazione finale: tutti promossi e comunque non certo bocciati per l’impossibilità di aver aderito alla DAD.
– con la DAD si è lavorato molto più di prima: ha reso più agevoli le riunioni a distanza, ma ha appesantito la didattica, senza che vi sia stato un incremento corrispondente nell’output educativo.
– l’hometeaching può essere una modalità di lavoro agile, ma è un metodo didattico dispersivo e spesso impersonale (collegamenti in remoto a telecamera spenta, ecc.), a cui mancano “il sorriso e la lacrima”, elementi umani ed emotivi di cui una scuola autentica non può fare a meno.