Inni al duce e studenti umiliati all’Istituto aeronautico di Bergamo

Inni al duce e studenti umiliati all’Istituto aeronautico di Bergamo

Lo avrete letto anche voi. Wired oggi ha pubblicato un video in cui si sentono cori da parte dei ragazzi di una scuola superiore che inneggiano al duce ai quali il preside risponde con un gesto che sembra un saluto romano. La ripresa è stata effettuata da un cellulare nella mattinata del 25 ottobre all’Istituto Aeronautico Navale “Antonio Locatelli” di Bergamo.

Le spiegazioni dell’avvocato del preside

Nel video in rete i volti degli studenti sono stati oscurati. Nell’originale si vedono alcuni di loro fare anche il saluto romano. Wired ha cercato di raggiungere il Dirigente Scolastico della scuola. Le uniche risposte che hanno ottenuto sono state quelle del suo avvocato che ha negato il saluto romano del dirigente e si è arrampicato sugli specchi per motivare i cori degli studenti.

Una brutta storia

Il Dirigente scolastico di questo istituto lo ha anche fondato – così come un’altra scuola di aeronautica, a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno. Entrambi gli istituti prendono il nome da Antonio Locatelli. Un aviatore fascista che si vanta di bombardare città già “rese inabitabili dai gas degli aerei”. Uno che non esita a giudicare la sua opera di sterminio come “un lavoro grandissimo”, e scrive alla madre: “Ho volato già 4 volte su Harrar, 5 su Gaggiga, due su Dire Daua ed ho lanciato bombe con una precisione che potrai ammirare dalle mie fotografie fatte con la Leica”… “I nemici oppongono resistenza al centro, ma li teniamo bombardati, che non possono più mostrarsi alla luce del sole, saranno sgominati, sterminati e se vorranno resistere correranno il rischio di morire di fame”. 

Quello che stupisce di più….

E’ che quest’uomo possa ancora dirigere l’istituto che ha fondato dopo che nel 2017 è stato condannato a quattro mesi per abuso di mezzi di correzione. Cosa aveva fatto? Così lo spiega la madre: “Uno studente ha girato un video con il telefonino, è agli atti. Mio figlio era in ginocchio e tremava, il preside gli ha gettato in faccia una caraffa di Coca Cola e poi l’ha inondato di schiuma da barba”. Era la risposta a “uno scherzo tra ragazzi che non giustifica il processo pubblico voluto dal preside, in una stanza con altri cento” – le parole sono sempre della madre che ha denunciato quello che dovrebbe essere un'”educatore”.

Oltre a questo sono emersi anche altri episodi imbarazzanti di questo DS: avrebbe anche appeso al collo di un ragazzo un cartello con scritto “Sono un succhia c…”. E nonostante questi episodi l’USR lo ha lasciato al suo posto, mentre ci sono insegnanti che sono stati licenziati per delle frasi razziste su Facebook… Come si può giustificare questa differenza di trattamento?

Roberto Bosio

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