Flora Frate, Il decreto scuola è un provvedimento dallo sguardo breve

Flora Frate con un post sul suo profilo Facebook, critica il dl scuola
Il Decreto scuola sarà l’ennesimo provvedimento dallo sguardo breve, strutturalmente debole, inadeguato a fronteggiare i problemi impellenti e strutturali della scuola. A partire dalla totale assenza di programmazione per l’avvio dell’anno scolastico. Siamo passati dalla didattica in presenza, alla scuola ibrida, fino alle lezioni negli orti botanici e nei cinema. La scuola necessita di un indirizzo chiaro, preciso. Meno annunci e più fatti.
Ma la vera sconfitta, ancora una volta, è sul precariato. L’unica cosa che andava fatta era la stabilizzazione dei docenti per titoli e servizi. Una misura eccezionale in un momento eccezionale. Invece, avremo un’esplosione di contratti a tempo determinato e quasi sicuramente di contenziosi perché dal concorso sono esclusi i docenti delle paritarie, evidentemente considerati di rango inferiore. Il merito – non l’ideologia del merito – è importante, ma coi docenti precari non c’entrava assolutamente niente. Il tema qui era l’equità sociale, gravemente disattesa, e le cui conseguenze nel paese reale (già compromesso da un’emergenza prima sanitaria e adesso economica) temo si vedranno molto presto.
La linea politica del Ministero si è mostrata del tutto inadeguata. Il Presidente del Consiglio è intervenuto per evitare il concorso ad agosto, smentendo chi ne sosteneva la fattibilità, e sarà presente al tavolo con le parti sociali nel tentativo di ricostruire un clima di serenità e di dialogo. Conte ha assunto di fatto l’interim all’Istruzione. Di questo, sul piano politico, spero un giorno se ne parli.
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Ho sempre sostenuto questo Governo, convinta che la vera sfida consista nel trovare soluzioni. Ebbene, questo Decreto di soluzioni non ne ha trovate. Anzi, ci saranno ancora più problemi, più incertezze, più caos. Per questo, votare la fiducia equivaleva ad un atto di adesione su scelte che io considero fallaci.
Il voto di oggi era uno spartiacque e questo Decreto si collocava dalla parte sbagliata. Non la mia, quanto meno.