Fasi della contrattazione d’istituto e sue criticità

Fasi della contrattazione d’istituto e sue criticità

di Vito Carlo Castellana

“20 ANNI DI RSU NELLA SCUOLA AUTONOMA: LUCI ED OMBRE ” 

 – Convegno organizzato da :Gilda degli Insegnanti Calabria e Ass. Art.33- Amantea 29 Novembre 2019

 

La contrattazione d’istituto, negli anni, ha dimostrato numerosi punti di debolezza dal punto di vista giuridico, ma anche e soprattutto dal punto di vista della coerenza e dell’etica. Il Contratto Integrativo d’Istituto è uno dei cardini dell’autonomia scolastica e dovrebbe essere principalmente normato dal CCNL, dall’Accordo Quadro sulle prerogative sindacali, ma dovrebbe anche rispettare tutte le norme del Codice Civile che regolamentano la stipula di contratti e le convocazioni di organi decisionali e non. A questo poi si aggiungono una miriade di circolari, faq e naturalmente i Contratti Integrativi Regionali. Pensare che tutte le contrattazioni di istituto siano conformi alla norma è mera utopia. Si dovrebbe inoltre pretendere che le RSU smettano di lavorare e si trasformino in fini giuristi.

Gravi problemi di compatibilità, non normativa ma certamente etica, si pongono già dalle candidature ad RSU. Infatti non è prevista nessuna incompatibilità a diventare RSU per DSGA e collaboratori del D.S., è evidente però che palese sia il conflitto di interessi.

Una grave criticità si evidenzia già con l’avvio della contrattazione che dovrebbe essere entro il 15 settembre, ma che una buona parte dei dirigenti non rispetta. La stessa convocazione alle trattative il più delle volte avviene con procedura irregolare. Quasi tutte le scuole per convocare le RSU e le OOSS inviano una semplice mail senza verificare se questa sia stata ricevuta dal destinatario. Pochissime scuole si servono della PEC. Altra criticità è che tale convocazione dovrebbe essere inviata con un anticipo di 5 giorni lavorativi, dovrebbe inoltre comunicare cosa verrà trattato nell’incontro di contrattazione e soprattutto fornire la documentazione necessaria, così da poter portare proposte al tavolo delle trattative. Tutto questo, quasi mai avviene, con la conseguenza che spesso gli incontri di contrattazione sono vuoti di ogni contenuto e devono essere continuamente aggiornati. Il CCNL 2006/09 prevede che il Contratto d’Istituto vada stipulato entro il 30 novembre, ma tale termine è ordinatorio e non perentorio. Il risultato è che pochissime scuole terminano le contrattazioni entro tale data. Spesso anzi avviene che il contratto venga firmato ad anno scolastico inoltrato e in qualche caso anche quasi al sopraggiungere del termine delle lezioni. Tutto ciò rende praticamente inutile ogni trattativa perchè le RSU devono prendere atto della proposta del D.S. e possono contrattare veramente poco, in quanto molte attività si sono già svolte. La necessità diventa quindi quella di retribuire i colleghi. Il non avere un termine perentorio comporta anche che i Dirigenti diano le nomine di incarico al personale senza dare loro alcuna certezza di retribuzione, cosa che di per sé le renderebbe nulle. Infatti ogni nomina deve prevedere i compiti e il compenso. Per quest’ultimo invece spesso viene indicato che sarà stabilito dalla contrattazione d’istituto, sostanzialmente diventa “volontariato”. Altra grave criticità e quando il contratto non viene sottoscritto e non si raggiunge l’accordo. Infatti non è ben chiara la procedura che si debba avviare e troppo spesso i D.S. procedono con atti unilaterali che scatenano contenziosi. Tutto questa estenuante procedura per risorse contrattate che molto spesso sono esigue, tali da non giustificare un tale spreco di tempo. Date le limitate risorse, nella stragrande maggioranza dei casi, con il FIS si vanno a retribuire gli incarichi organizzativi (collaborazioni, coordinamenti, segretari, responsabili di plesso) e lo straordinario del personale ATA.  Basterebbe semplicemente che il CCNL stabilisca a priori i compensi per i singoli incarichi e probabilmente non sarebbe più necessario avere una Contrattazione d’Istituto per la parte economica.

 Ben più grave è la situazione che riguarda la parte normativa dei Contratti Integrativi d’Istituto che spesso è minata da articoli supra legem e in palese contrasto con i CCNL. Questo perchè troppo spesso, l’interesse nelle scuole è quello di “contrattare” le magre risorse e si trascura la parte normativa, dove vengono nascoste le insidie maggiori, sfruttando il fatto che le stesse RSU non possono essere adeguatamente preparate negli aspetti giuridici, tranne rarissime eccezioni. Il risultato è che vengono calpestati diritti previsti dal CCNL e che c’è un enorme disparità da scuola a scuola, con il conseguente proliferare di contenziosi che vedono spesso l’amministrazione soccombere.

Quanto si qui evidenziato, rende chiaro come la Contrattazione d’Istituto sia molto debole e che molto meglio sarebbe avere delle norme generali più stringenti, che limitino fortemente o eliminino del tutto le contrattazioni tra RSU e D.S.. Questa posizione è poco condivisa tra le organizzazioni sindacali, che generalmente nascono per contrattare e grazie a questo piccolo potere fanno proseliti. Interesse della Gilda degli Insegnanti non è quello di fare iscritti attraverso le contrattazioni, ma è quello di avere una scuola che retribuisca il lavoro e riconosca dignità e professionalità ai docenti.

Vito Carlo Castellana

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