Esami di terza media: CSPI favorevole, ma a condizione che …

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha rilasciato ieri il proprio parere sull’ordinanza relativa agli esami di stato del primo ciclo di istruzione.
Il parere inizia con un’ampia premessa sulla situazione sanitaria che ha determinato la sospensione delle lezioni, l’attivazione della didattica a distanza e le misure straordinarie per la chiusura dell’anno scolastico. Tra queste vi è lo svolgimento degli esami di terza media, in deroga alla legislazione vigente.
Il CSPI si aspetta che l’utilizzo di strumenti straordinari caratterizzerà anche l’avvio del prossimo all’anno scolastico, quindi invita il Ministro a adoperare provvedimenti normativi che possano ridurre al minimo il numero di alunni per istituzione scolastica e per classe, aumentando di conseguenza gli organici del personale dirigente, docente ed ATA. Solo così, scrive il CSPI, si potrà garantire un avvio di anno scolastico in sicurezza per alunni e personale, realizzando le azioni necessarie al recupero e al consolidamento degli studenti
Il CSPI, entrando nel merito del parere, evidenzia subito che il decreto-legge 22/2020 (di cui l’Ordinanza sarà norma attuativa) all’articolo 1 comma 4, lettera b) dispone “la sostituzione dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione con la valutazione finale da parte del consiglio di classe”, in palese contrasto con l’articolo 33 comma 5 della Costituzione, che impone un esame di Stato per l’ammissione al ciclo successivo. Quindi scrutinio finale ed esame dovrebbero essere momenti distinti, mentre l’articolo 2 dell’Ordinanza fa coincidere la valutazione finale del Consiglio di Classe con l’esame, includendovi quella dell’elaborato finale.
La presentazione dell’elaborato prodotto dallo studente, viene giudicata in modo positivo, poiché permette di formalizzare una sorta di passaggio nella vita scolastica dell’alunno a coronamento di un percorso triennale, che gli aprirà le porte al secondo ciclo di istruzione. Il Consiglio ritiene più opportuno che le tematiche alla base dell’elaborato siano frutto di un lavoro di condivisione fra alunno e docenti, ove questi ultimi tengano conto delle caratteristiche del discente e delle sue competenze.
Il CSPI, però, pone l’attenzione verso la procedura di valutazione finale che surroga l’esame di Stato, evidenziando due criticità:
- tempi: sembra complicato che il Consiglio di Classe riesca a valutare l’elaborato entro il termine delle lezioni, poiché i docenti saranno impegnati per più giorni, in più classi e spesso anche in scuole diverse. Il tutto durante un periodo in cui la DAD sarà ancora attiva. Sarebbe auspicabile, dice il CSPI, che il tutto si svolga dopo il termine delle lezioni;
- valutazione: il CSPI ritiene poco chiara l’Ordinanza nelle modalità e nei criteri di attribuzione del voto finale, soprattutto nell’integrazione fra valutazione del percorso triennale e elaborato finale, che dovrà essere valutato in decimi. Sarà necessario, quindi, che l’ordinanza indichi con certezza il peso che dovranno avere la valutazione dell’elaborato e la sua presentazione, che il CSPI individua nel 20%.L’ordinanzadovrebbe lasciare al Collegio dei Docenti il compito di definire i criteri e le modalità da adottare per la valutazione dell’elaborato. Il riferimento a piani di integrazione degli apprendimenti e di apprendimento individualizzato, sembrano poco pertinenti alla luce del fatto che l’anno successivo gli alunni frequenteranno le prime classi della scuola superiore, che saranno eterogenee nella composizione e avranno percorsi disciplinari differenti da indirizzo ad indirizzo.
Il massimo organo di consultazione della scuola, infine, chiede che siano previste precise indicazioni riguardo all’assegnazione dell’elaborato finale ed alla valutazione dello stesso riguardo ai candidati esterni.
Il CSPI, quindi, nel consegnare il proprio parere favorevole pone dei paletti importanti che stravolgono l’impianto dell’Ordinanza, chiedendo tempi consoni e libertà del Collegio dei docenti nel predisporre i criteri di valutazione, che non dovrebbero essere oggetto dell’ordinanza. Allo stesso tempo, però, si chiede di porre delle certezze sul peso dell’elaborato e della sua presentazione nella valutazione finale, fissando una quota pari al 20%, il restante 80% sarà dovuto alla valutazione della carriera scolastica dell’alunno. Vedremo, forse nella giornata odierna, quante di queste ragionevoli proposte saranno inserite nell’Ordinanza finale e come i nostri ragazzi svolgeranno il primo vero e proprio rito di passaggio della loro vita scolastica.