Docente positivo al Covid – Lettera del Coordinatore Gilda – Calabria

Leggiamo sui giornali locali che in una commissione agli esami di stato presso Istituto tecnico Nautico di Pizzo, un docente è risultato contagiato dal coronavirus. Il docente è entrato in contatto con molte persone circa 40 che adesso si sta cercando di rintracciare per accertare se sono state contagiate, nel frattempo gli esami in presenza sono state sospesi.
Senza voler dire “noi della Gilda lo avevamo detto”, ma era chiaro a tutti che siamo ancora in emergenza, e se tutto sta riaprendo, non è perché tutto è finito, ma per una questione economica e sociale: la chiusura di tutte le attività deprime il PIL, crea disoccupazione, aumenta la povertà. Tutte quelle attività che hanno un impatto diretto con la produzione, la distribuzione, i trasporti, è giusto che abbiano ripreso le attività in sicurezza e nella massica cautela, cautela che spesso manca da parte delle persone, vedasi i luoghi di aggregazione, piazze, strade, locali notturni, dove si assiste a raggruppamenti spesso sconsiderati sopratutto tra giovani. Altre attività, quali attività di ufficio sia pubblici che privati possono tranquillamente continuare a lavorare da casa senza che questo comporti conseguenze, anzi si è scoperto quello che in molte altre nazioni è una condizione ordinaria di lavoro. In italia, nella scuola abbiamo sperimentato la DAD, per mesi si sono costretti gli insegnanti a tenere lezione con piattaforme online improvvisate e mai attuate prima, gsuite, zoom, ed altre piattaforme messe a disposizione senza un minimo di regolamentazione a rischio privacy e molti docenti, nella voglia di non trascurare gli allievi, si sono prestati anche a fornire il loro contatti telefonici e con altre forme di contatti social queste sì a grande rischio privacy tanto che alcuni sono stati redarguiti seriamente dai DS.
Gli esami di terza media sono stati fatti on line, lo stesso non si è fatto per gli esami di stato. Una commissione, un ministro, una volontà politica hanno preteso gli esami in presenza supportati da qualche sindacato.
La Gilda no, la Gilda non ha firmato il protocollo di intesa perché ha ritenuto che non ci sono ancora le condizioni di sicurezza per farli in presenza. Come conseguenza si è avuta l’esclusione delle sigle non firmatarie del protocollo dai successivi tavoli decentrati. Della serie tu non firmi allora non hai il diritto a dissentire. Questa è la democrazia in Italia voluta anche dalla triplice confederale, che quando ha visto che il controllo della scuola gli sfuggiva di mano, hanno contribuito a blindare la legge sullo sciopero, a mettere un tetto per la rappresentatività, a pretendere che per partecipare alle trattative devi essere rappresentativo e firmatario del contratto, ed addirittura un limite anche per la corresponsione della quota di iscrizione al sindacato che non deve essere meno della metà della media delle deleghe degli altri sindacati. Dei limiti ci voglio, ma qui si sta esagerando.
Nelle altre nazioni sono state sospese le lezioni e gli esami, in Itali, la scarsa considerazione del lavoro degli insegnanti (l’odio?) sta facendo trovare delle soluzioni spesso illogiche, insensate.
Abbiamo chiesto più risorse, più spazi, meno alunni per classe; ci stanno rispondendo con lo stesso numero di allievi per classe, diminuzione dell’unità oraria da 60 a 40 minuti ed aumento a 24 delle unità orarie su base settimanale (la logica della lezione universitaria, dove il docente entra in aula, fa la lezione e se ne va senza rilevare la presenza degli allievi, senza dover compilare alcun documento burocratico, a differenza di quello che succede nelle aule scolastiche), nessuna risorsa in più.
Ci riempiamo la bocca dicendo quanto sia importante la scuola, nei fatti però concretamente non si fa niente per qualificarla. Settembre è alle porte, le soluzioni in alto mare.
Lamezia Terme, giugno 2020
prof. Antonino Tindiglia