DECRET0 SALVAINFRAZIONI: luci e ombre, ma sicuramente una bella fregatura per i docenti neo assunti  che apre prospettive inquietanti.

DECRET0 SALVAINFRAZIONI: luci e ombre, ma sicuramente una bella fregatura per i docenti neo assunti  che apre prospettive inquietanti.

I lettori ci scrivono – Alvise Vianello

Il 7 giugno il Consiglio dei Ministri ha emanato il cosiddetto “Decreto salvainfrazioni” finalizzato
ad evitare possibili infrazioni in ottemperanza della normativa europea e delle varie e contradditorie
sentenze della magistratura. Due sono provvedimenti che interessano i docenti. Uno sembrerebbe
positivo e riguarda la carta del docente. Dopo la valanga di ricorsi fatti dai precari esclusi dai
benefici della carta del docente il governo ha deciso di riconoscere la possibilità di avvalersi della
carta del docente solo ai docenti assunti a tempo determinato con contratto fino al 31 agosto con un
investimento aggiuntivo di 10 milioni di euro. Il problema è che restano fuori i docenti assunti a
tempo determinato fino al 30 giugno e per periodi inferiori. Di fatto colleghe e colleghi, che
avevano fatto anch’essi ricorso, restano penalizzati pur facendo lo stesso mestiere dei docenti di
ruolo o dei colleghi precari assunti su posto vacante. Vediamo se in fase di discussione
parlamentare ci saranno correttivi atti ad evitare le evidenti disparità di trattamento fatto stante che
l’emolumento deve essere parametrato ai giorni di supplenza svolti nell’anno scolastico.
La vera fregatura spetta invece ai docenti che saranno immessi in ruolo a partire dal primo
settembre 2022. Mentre per tutti gli altri il calcolo degli anni pre-ruolo prevedeva il riconoscimento
integrale dei primi quattro anni e per gli altri solo per i due terzi, per i neoassunti si calcoleranno
solo i giorni di servizio effettivo. In concreto si modifica l’ art.485 del Testo unico del 1994 , ma si
prevede anche l’abrogazione del criterio fissato dall’art. 489 del T.U. del 1994, come integrato
dall’art. 11, comma 14, della l. n. 124 del 1999, in virtù del quale per la valutabilità del servizio di
insegnamento come anno scolastico intero, è sufficiente aver raggiunto un minimo di 180 giorni di
servizio, o aver prestato servizio ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di
scrutinio finale. Si tratta di una radicale modifica del sistema di ricostruzione di carriera in atto
vigente che definisce una chiara disparità di trattamento nella ricostruzione di carriera, con effetti
giuridici ed economici negativi non irrilevanti, tra i neo assunti dal 2022 e gli altri docenti. Saranno
penalizzati soprattutto i docenti con diversi anni di preruolo. Ma c’è un rischio occulto. Se passa il
principio del conteggio dei periodi di servizio svolti effettivamente è possibile un domani che con
effetto domino si ritocchino tutti i sistemi di valutazione degli anni di servizio anche ai fini delle
graduatorie per le supplenze e non solo. Sarebbe un disastro

I lettori ci scrivono