CONTRATTAZIONE RSU SCUOLA E CORONAVIRUS

di Stefano Battilana
Dalla metà di febbraio le scuole sono praticamente chiuse, con la conseguente cancellazione di tante attività programmate: progetti, uscite didattiche, corsi di recupero o stage, che potevano svolgersi solo in presenza, sono saltati, mentre è aumentato il carico di lavoro di altre attività di coordinamento o di gestione. In queste circostanze, non si possono lasciare le contrattazioni d’istituto inalterate, mandando a residuo attivo per l’anno prossimo quei fondi destinati ad attività non svolte. Prima di tutto perché i fondi non spesi, che restano nelle economie della scuola, vengono segnalati all’Ufficio di Bilancio e, considerato che la situazione di emergenza economica da COVID-19 potrebbe non migliorare, questi avanzi potrebbero essere reindirizzati. Ma, soprattutto, rimettere in gioco a settembre fondi per destinazioni ancora non prevedibili e magari più pertinenti alla sicurezza o alla sanificazione delle scuole, non valorizzerebbe il grande lavoro svolto ora. In effetti, il lavoro, in modalità smart, non è certamente mancato, anzi, e andrà riconosciuto: l’idea, molto semplice, è questa: lasciare le contrattazioni già definite il più possibile inalterate e riallocare con un aumento lineare (proporzionalmente uguale per tutti) solamente i fondi non più attribuibili, perché destinati ad attività in presenza, indirizzandoli a quelle più “stressate” dal lavoro a distanza.
Segue, in dettaglio, l’illustrazione di questa proposta:
- Per le contrattazioni già concluse e approvate dai revisori dei conti, andranno valutati solo piccoli aggiustamenti: tenere ferme le retribuzioni previste per le figure di sistema, le Funzioni Strumentali, i referenti dei progetti che effettivamente hanno avuto seguito e/o conclusione entro la data del 24/02/2020; prevedere, con i fondi non utilizzati per le progettualità non svolte, un incremento alle figure di coordinamento delle classi o di dipartimento, che in questo periodo hanno continuato a coordinare orari e attività.
- Per le contrattazioni ancora da concludere o da definire, si potrà innovare un po’, valutando anche il carico di lavoro effettivamente sostenuto dai docenti che hanno messo a disposizione tempi suppletivi per attività, programmi e didattica mirata. Per il resto, valgono le considerazioni di cui al p. 1: valorizzare il lavoro organizzativo a distanza, con i fondi che residuano dalle attività in presenza che non si sono potute svolgere.
- Per il personale ATA si propone un incremento delle quote previste per il personale di segreteria che ha continuato in modalità smart-working a svolgere mansioni indispensabili per evitare il blocco delle attività delle segreterie, mentre si dovrà fare un effettivo conteggio per quanto concerne le quote di intensivo dei collaboratori scolastici, a causa della chiusura dei plessi.
- Relativamente al solo FIS, sia Docenti che ATA, occorre mantenere in modo fermo le diverse ripartizioni del Fondo Scolastico e destinare il Bonus alla sola componente docenti, considerato che in questa emergenza la didattica è stata esclusivamente a carico loro e senza dimenticare che lo svolgimento della didattica a distanza ha comportato per i docenti sia l’utilizzo di dispositivi propri sia collegamenti internet dalle proprie abitazioni.
- Si ricorda, infine, che il distanziamento sociale prevede la possibilità di riunioni RSU in videoconferenza o in locali idonei con i relativi DPI e che sarà opportuno scaglionare anche l’apposizione delle firme di sottoscrizione.